Psicomotricità 24-36 mesi

Progetto Psicomotricità 24-36 mesi

Presentazione
Il bambino nei primi tre anni di vita costruisce le basi della propria personalità, conquista gradualmente la
propria individualità e la propria autonomia. Ha superato il principio di piacere, imparando a dilazionare nel
tempo il soddisfacimento dei suoi bisogni e ad organizzare il mondo attorno a sé.
È un’esperienza di natura prevalentemente emotiva ed affettiva vissuta all’interno della famiglia realizzata
attraverso il corpo, il movimento e la comunicazione non verbale.
Il percorso psicomotorio promuove lo sviluppo armonico del bambino in tute le sue varianti, privilegiando il
gioco psicomotorio e la relazione corporea.

Le finalità dell’intervento psicomotorio
• favorire il processo di separazione-individuazione e le conquiste dell’autonomia personale
• sviluppare modelli comportamentali e comunicativi adeguati, anche attraverso la rielaborazione e
trasformazione delle tendenze aggressive

Gli obiettivi
• Favorire l’inserimento nel nuovo contesto scolastico
• Sviluppare un uso corretto del corpo
• Sviluppare un’adeguata organizzazione percettiva riferita a oggetto, spazio e tempo.
• Stimolare e favorire la condivisione di oggetti e situazioni con i coetanei
• Imparare ad accettare la frustrazione, le regole.

Rapporto con gli insegnanti
Gli insegnanti vengono coinvolti nella realizzazione del percorso, partecipano alle sedute per favorire
l’inserimento dei bambini e per seguire l’evoluzione del gruppo.
Per facilitare la comprensione dei giochi e delle dinamiche, che emergono, possono condividere con la
psicomotricista griglie di osservazione.
L’osservazione effettuata e il successivo confronto e scambio tra insegnante e psicomotricista facilitano una
maggior comprensione dell’evoluzione di ogni bambino e del gruppo.

Setting
Lo spazio è costruito in modo tale che ogni bambino si senta accolto e libero di muoversi e di esplorare.

Materiali
I materiali proposti durante il percorso sono materiali semplici, non strutturati, che stimolano il gioco del
bambino, con consistenze e forme diversi.

Metodologia
Numero di incontri: 10

Evoluzione della seduta di psicomotricità

L’ACCOGLIENZA IN CERCHIO
Il saluto, il ritrovarsi; si ricordano i nomi dei bambini, dei presenti e degli assenti, si ricordano le regole:
Non farsi male e non far male agli altri
Non distruggere o lanciare i giochi, avere cura del materiale.
Allo stop dello psicomotricista il gioco si interrompe e si torna nel cerchio.
Si rinnova il patto ascoltare/ascoltarsi: i bambini esprimono i desideri di gioco, si ricordano le cose importanti,
si presentano i materiali a disposizione.
Il cerchio è il luogo dell’attesa, per prepararsi all’emozione del gioco.

IL GIOCO SENSOMOTORIO
Percepire il proprio corpo e mobilizzare le emozioni: saltare, scivolare, cadere, lottare, rotolarsi, fare capriole,
resistenze, rassicurazioni, massaggi.
Spazi morbidi (materassi, cubi di gommapiuma, cuscinoni) che favoriscono la rassicurazione e il
contenimento, che trasmettono il piacere del contatto, che aiutano a riconoscere la propria superficie, il
proprio confine; spazi all’interno dei quali nascondersi per ritrovare se stessi o in cui creare con altri il proprio
rifugio. Spazi sui quali arrampicarsi, per sperimentare la propria forza, compattezza e agilità, spazi dai quali
saltare per riscoprirsi indistruttibili e ogni giorno più sicuri (scale, spalliere, assi rialzate, scivoli).

IL GIOCO SIMBOLICO
La costruzione degli spazi personali o di piccolo gruppo; travestimenti individuali o in gruppo;
rispecchiamenti e differenziazioni.
Presentazione del proprio ruolo e/o del proprio spazio; breve narrazione di quanto sta accadendo nel/nei
gruppo/i di gioco.
Interazione tra i diversi gruppi o tra lo psicomotricista e il gruppo e costruzione degli spazi comuni (ad es.
costruzione di una casa). Affrontare le paure e l’opposizione: gioco del lupo, della strega, dei fantasmi, del
poliziotto e dei ladri ecc.
Nel gioco simbolico i bambini esprimono con grande spontaneità il proprio mondo interiore, dando spazio a
quella fase del gioco che viene definita del “far finta”, senza considerare che nulla di quel gioco è falso per i
bambini, perché in quel momento stanno sperimentando parti molto profonde di sé: le stanno mettendo in
gioco con gli altri, stanno costruendo nuove possibilità di relazione, nuove avventure possibili, verso il
potenziamento di sé e delle proprie capacità relazionali.

CERCHIO FINALE.
Il momento del cerchio finale permette al bambino di ricordare l’esperienza con calma, di lasciare emergere
immagini ed emozioni che durante la seduta sono state vissute in modo totalizzante e intenso.
I bambini e/o lo psicomotricista raccontano quello che è stato vissuto nel corso della seduta; c’e’ un
riconoscimento individuale attraverso piccoli “rimandi”; si ricompone un “quadro di gruppo”, la storia vissuta
insieme.
E’ il momento per salutare le persone, lo spazio e gli oggetti per fare posto al nuovo.

BIBLIOGRAFIA
M.Vecchiato, “Il gioco psicomotorio”, Armando editore